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Il mondo come lo conosciamo sta finendo. L'evoluzione ha invertito marcia e ne risentono tutti gli esseri viventi sulla Terra. La scienza non riesce a opporsi e i nuovi nati sembrano appartenere a specie umane arcaiche. Cedar, la giovane narratrice e protagonista, di origine ojibwe ma adottata alla nascita da una coppia di bianchi "liberal", non è solo turbata e confusa come il resto degli americani, ma è ancora più preoccupata e inquieta perché porta il mutamento dentro di sé: infatti è incinta, al quarto mese. L'atmosfera che si respira è pesante: presa dal panico la società inizia a disgregarsi. Si comincia a parlare di leggi marziali, del Congresso che sequestra le donne gravide e di ricompense per chi le consegna. Cambiano anche i nomi delle strade in versetti della Bibbia e Cedar capisce che è arrivato il momento di fuggire e nascondersi. Quello di Cedar è il ritratto di una donna che lotta per la propria vita e per quella del suo bambino ancora non nato contro le forze oppressive che si manifestano alla vigilia di un cataclisma.